martedì 31 gennaio 2012



Una notizia riporta che per far fronte alla crisi, sono aumentati i "cittadini comuni" che hanno deciso di falsificare le banconote. Si parla di "laboratori" ricavati in saloni di parrucchiere e ripostigli o stanzette di esercizi commerciali in cui si "producono" banconote di piccolo taglio (5-10 euro). Un illegalità probabilmente spinta dalla necessità di sopravvivere, che si distacca molto dalla falsificazione "professionale" di cui l'Italia (guarda caso) detiene il primato europeo e che riguarda tagli da 20-50-100 euro che sono destinati ad attività malavitose, spaccio, ecc. La cosa "strana" è che questa attivita è molto simile a quella esercitata dalle banche mondiali, però nel loro caso nessuno si muove. Le banche (colossi privati) stampano denaro all'occorrenza, vendono e commerciano debito con gli stati e nessuno (o quasi) si oppone. E' chiaro che grossa parte del denaro in circolazione è carta straccia nel senso che ha perso l'originaria funzione che era quella di essere cambiato in una certa quantità di oro. Ricordiamo cosa era scritto sulle vecchie lire? "Pagabili a vista al portatore". Questa dicitura, come fattomi notare da un amico, è ormai scomparsa da tempo e l'enorme a quantità di denaro in circolazione è di molto superiore al controvalore in oro. Oltre a questo aspetto va notato come si sta facendo scomparire anche il denaro contante: obbligo di pagamenti con bancomat, carte di credito, social card sono tutti "passaggi" di numeri da un conto all'altro. La tracciabilità è una scusa per impedire il ritiro di contante dalle banche che, quasi certamente, non possiedono denaro liquido sufficiente per tutti i correntisti, probabilmente basterebbero una decina di clienti intenzionati a ritirare i loro risparmi per mettere in seria difficoltà (o far chiudere) una qualsiasi banca.
Con questo non intendo giustificare chi stampa denaro falso, ma solo evidenziare che quello "vero" costa poco produrlo e gli si da un valore che in realtà non possiede più.

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