venerdì 12 ottobre 2012

Rinaldo Gerussi

Alcune parole di Rinaldo Gerussi:

 «il significato di quella che è stata la vita del territorio e le ragioni per cui essa dovrebbe continuare anche oggi. È la storia di gente povera, ma dignitoso e ancorata a forti valori e principi. Mi sono sempre chiesto come nel 1400 e 1500, nonostante la miseria, siano state costruite tante chiese e chiesette. Lo ha fatto con le le proprie mani in virtù di riferimenti religiosi, che poi sono anche sociali, cioè di incontro e comunità. Mi ha colpito questo cercare con forza dei significati pur vivendo in povertà. Non era orgoglio, anche perché all’esterno i valligiani non erano stimati, ma la volontà di dare un senso al loro essere. Ciò mi ha aiutato a comprendere una storia e una cultura particolari, che purtroppo le nuove generazioni vanno perdendo. Dovrebbero, invece, recuperarle per dare vigore alla propria identità. A partire dalla lingua, della quale molti non afferrano l’importanza. Con i giovani mi sono spesso arrabbiato. Non è possibile che lo sloveno parlato per secoli, quindi non cosa da poco, si vada perdendo in tempi brevissimi. In definitiva, si perde la propria anima. La globalizzazione appiattisce e fa perdere la ricchezza delle varietà. Di conseguenza vado via esortando questa gente a riscoprire la propria identità. Io, che non sono originario di queste Valli, sono triste nel lasciare San Leonardo e Stregna anche perché mi allontano dalla loro storia e cultura. Mi sento svuotato di una forza interiore».

2 commenti:

  1. Caro Luca, pensa a quanto ciechi siamo. A don Rinaldo sono bastati una decina d'anni per capire tutto, o quasi, di queste Valli. A noi non sono bastati secoli di storia...
    Ci consideriamo ricchi (in denaro) e non siamo più dignitosi (in comportamenti). Consideriamo come disgrazia le diversità che compongono la nostra comunità e consideriamo una miseria le ricchezze del nostro territorio. Molti dei nostri amministratori non hanno neanche un'idea di quali siano (le ricchezze del territorio). Forse sono ancor di più i cittadini che non lo sanno. "Panem et circensi" usavano i folli imperatori romani per calmare il popolo arrabbiato... Non è cambiato niente da allora.

    Complimenti per il tuo bel blog e per i tuoi disegni.
    Enzo

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    1. Ciao Enzo, purtroppo devo darti pienamente ragione... ma le cose cambieranno, cambiano continuamente e sta a noi a indirizzare i cambiamenti nella giusta direzione.
      Grazie dei complimenti che ricambio.
      La tua lettera di ringraziamento a don Rinaldo a toccato molto e molti ed è stata letta (in presenza di Rinaldo) da mio padre (!) che ha condiviso pienamente il tuo pensiero ed ha avuto qualche "intoppo emotivo" nel leggerla.
      Purtroppo, anche nella chiesa ci sono molti amministratori che non hanno idea delle "ricchezze" umane di cui dispongono e del beneficio che queste portano nelle comunità in cui vengono "mandati"......o forse lo sanno, ma proprio per questo li "sradicano" dai luoghi in cui meglio si trovano. Stranamente ciò che funziona non piace...

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