Grande partecipazione ieri sera al terzo incontro relativo alla questione del Planino e dei prati di Tribil.
La serata era incentrata sui modelli di sviluppo per le Valli del Natisone e, quindi, sulle possibili alternative all'edificazione sui prati.
Visto che le opinioni espresse dalle persone (ottuse) e dal movimento FreePlanine, sono state etichettate come sbagliate e le informazioni diffuse come false, alla serata sono intervenuti l'arch. Renato Marcon e la d.ssa Giulia Testori.
Dopo una breve introduzione da parte di Luca Postregna, la parola è passata all'arch. Marcon che ha analizzato il piano/progetto commissionato dall'amministrazione ed ha sinteticamente espresso varie perplessità, alcune persino "profonde"... Partendo dalla poca chiarezza del piano/progetto/studio di fattibilità (?) passando per la sua "parzialità" specificata anche nella relazione tecnica e terminando nell'assurdità dei giochi d'acqua per bambini, senza tralasciare i dubbi in merito alle piazzole per camper con tanto di orto recintato (da coltivare...).
Successivamente la parola è passata alla d.ss Giulia Testori, neo-laureata, che ha descritto sinteticamente la sua tesi che riguarda proprio le possibilità di sviluppo delle Valli del Natisone; nella tesi sono state analizzate alcune delle molteplici possibilità, in particolare si è focalizzata l'attenzione sullo sfruttamento della risorsa boschiva sia dal punto di vista del legname da costruzione che dalla produzione di cippato di qualità per il riscaldamento, passando per un oculata gestione del bosco e sul recupero di terreni incolti e terrazzamenti ai fini della loro coltivazione puntando sulla qualità dei prodotti piuttosto che sulla quantità.
Le proposte analizzate sono accomunate dal rispetto per l'ambiente, per i paesi e per le costruzioni esistenti; tutte le soluzioni prospettate non interessano mega-progetti o nuove realizzazioni, ma si limitano a sfruttare quanto già esiste in modo che l'intervento porti vantaggi, costi limitati e sia rispettoso dell'ambiente e del territorio. Un esempio: un impianto di teleriscaldamento con centrale a biomassa (cippato) ha senso se è di piccole dimensioni, è a servizio di un paese ed il combsutibile (legno cippato) è reperibile in loco.
L'intervento della d.ssa Testori è stato molto apprezzato ed ha ricevuto numerosi complimenti sia dal pubblico intervenuto, che dai rappresentati politici.
Successivamente sono intervenuti l'on. Monai, l'on. Strizzolo ed il consigliere regionale Pustetto che hanno apprezzato sia la tesi presentata che l'iniziativa del movimento FreePlanine, esprimendo le loro opinioni che, guarda caso, sono in linea con quelle sostenute dalla popolazione e dal movimento.
Hanno inoltre sottolineato e considerato molto positivo il fatto che il movimento FreePlanine non è contro iniziative imprenditoriali, ma ritiene giusto e doveroso capire cosa si intende fare ed essere coscienti di quello che si rischia di perdere.
L'unica nota stonata è stata l'assenza del sindaco, di qualche rappresentante della sua maggioranza e di coloro che nel precedente incontro osannavano e sostenevano il progetto.
Si sono lasciati sfuggire l'occasione di controbattere, sostenere il loro progetto, convincere tutti, con valide motivazioni, della bontà dello stesso, nonchè dare informazioni corrette o, perlomeno "monitorare" quelle diffuse dal movimento, accusato di diffonderne false.
Se qualche rappresentante del "No Planino" fosse intervenuto avrebbe potuto assistere ad un incontro "spontaneo", non preparato a tavolino con domande e risposte pronte e narratore. Purtroppo non c'è stato un vero e proprio dibattito in quanto gli interventi hanno solo supportato quanto era stato già esposto e non vi sono stati interventi "contrari".
La serata è stata molto interessante e ricca di informazioni per cui sarebbe davvero deprimente sentir dire, da chi non c'era, che si sta facendo disinformazione e che mancano proposte alternative.....
Per concludere: l'atteggiamento "guardingo" della popolazione è giustificato in quanto guardando più avanti del proprio naso bisogna anche prendere in considerazione l'ipotesi che, a lavori conclusi e prati rovinati, ci si trovi un giorno un cartello con su scritto: "Ci siamo trasferiti a Cividale" o, peggio ancora, nulla, solo altri edifici e strutture vuoti e inutilizzati.
Prima di correre bisogna imparare a camminare.